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Editorial See other Editorial Articles Title: Ron Paul, il libertario Ron Paul, il libertario di Novello Papafava Tra i candidati del partito repubblicano alle prossime elezioni presidenziali degli Stati Uniti del 2008 cè un uomo che presenta proposte molto ardite nel ridurre il peso del Governo federale, per riportare lAmerica alla libertà delle origini. Il suo nome è Ron Paul ed è senatore del Texas. Per cominciare, nellipotetica prima settimana di presidenza, Ron Paul si propone di abolire le tasse sul reddito e tutto lIrs, il fisco degli Stati Uniti, rimpiazzandoli - egli dice candidamente - con nulla; nella seconda settimana, promette ai suoi elettori, rimuoverebbe la Federal Reserve, la banca centrale di Washington, responsabile di aver inflazionato il dollaro fino a farlo valere oggi quattro centesimi rispetto allunità monetaria del 1913. La grande massa di valuta e di credito creati dal nulla, facendo lievitare i prezzi, infligge una tassa nascosta sui poveri e la classe media a beneficio dei gruppi bancari di Wall Street. Il valore del dollaro e i nostri tassi di interesse afferma Ron Paul - non dovrebbero essere manipolati da unélite che si riunisce segretamente in un palazzo di marmo. Lattuale fiat money andrebbe sostituita da un gold standard puro; cioè un rapporto uno ad uno tra la moneta in circolazione e le riserve aurifere. Contemporaneamente a ciò, Ron Paul auspica il ritiro immediato delle truppe americane da ogni parte del mondo e la chiusura dellodierna demented foreign policy di nation builders, per tornare ad avere un esercito che presidi unicamente i confini nazionali, in linea con lindirizzo dei padri fondatori americani come Thomas Jefferson. "Ma noi non possiamo avventurarci in tale impresa" sottolinea Paul - "se non comprendiamo che il ruolo del governo nella società non è condurre le nostre vite dalla culla alla tomba e stabilire ambiziosi progetti nazionali, ma unicamente tutelare i nostri diritti, garantendo un governo della legge semplice e giusto". Non è difficile immaginare lincredulità che, nei dibattiti pubblici, provocano le parole di questo settantenne libertario che, da solo, si imbarca nel progetto di ridurre al minimo il più potente Leviatano occidentale. I media ufficiali e i suoi compagni di partito fanno del loro meglio per dipingerlo come un eccentrico stravagante, e ridurlo al silenzio. Purtroppo per loro, però, il senatore Paul è molto logico e convincente e impartisce a questi socialisti di destra lezioni di autentico conservatorismo, essendo un profondo conoscitore della storia americana; inoltre sta conquistando un popolo di sostenitori che lo seguono particolarmente su Internet. Il suo è uno dei nomi più cliccati del web e al momento i sondaggi lo indicano assai più popolare del favorito Rudy Giuliani. Per cui egli è forse lunico che potrebbe contrastare il partito democratico e la potentissima Hillary. Paul si è guadagnato il soprannome di dr. No sia a causa della sua costante opposizione a tutte le proposte di legge di dubbia costituzionalità (espansioni del welfare, creazione di nuove burocrazie, interventi militari, aumenti di stipendio ai politici e così via) sia perché è dottore in medicina. La sua professione di medico ginecologo/ostetrico non è irrilevante per descrivere luomo. Egli, nella sua carriera, ha messo al mondo più di 4.000 bambini, è padre di cinque figli e nonno di diciassette nipoti, ed essendo anche contrario allaborto, pur opponendosi a qualunque intromissione dello Stato in tema, non può non catturare il favore del movimento pro-life.
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